domenica 21 settembre 2008

Dolori muscolari ridotti con Active Release Tecnique (ART)

I gesti ripetitivi inducono spesso sollecitazioni a carico di muscoli, tendini, nervi, e legamenti.
Tali sollecitazioni continue (microtraumi) possono sfociare in un quadro patologico acuto o subacuto o, peggo ancora cronico quando ormai la maggior parte dei tessuti si è deteriorata.
Negli ultimi anni questi microtraumi si sono estesi in ambito lavorativo, soprattutto in quei lavori in cui la persona svolge lo stesso gesto per lungo tempo(parrucchieri, sportivi, domestici, operai tanto per citarne alcuni), assumendo posture sbagliate e senza riposare di tanto in tanto.
Per non parlare delle persone "costrette" a lavorare davanti al PC; in questi casi l'incidenza di microtraumi da sovraccarico negli ultimi 20 anni si è moltiplicata (con conseguente incidenza di patologie a carico di polso, mano, spalla e addirittura cervicalgie).
I microtraumi da sovraccarico portano nei tessuti a frizioni continue e successivamente infiammazioni ( con conseguente edema e aumento di pressione nei tessuti con conseguente ipossia) che a sua volta se da un lato riparano i tessuti dall'altro, portano a formazione di tessuto cicatriziale e aderenze.
La presa in considerazione del tessuto cicatriziale come principale responsabile di alcune patologie ha inspirato un certo dottore, Michael Leahi per la precisione, a creare dei protocolli di riabilitazione per molte condizioni patologiche basandosi su una metodica che si sta diffondendo in tutto il mondo.
Questa disciplina viene definita ART (Active Release Tecniques) e si differenzia dalle metodiche tradizionali (fisioterapia, chiropratica, chirurgia ecc..ecc..) appunto perchè identifica nel tessuto cicatriziale il responsabile del dolore, della cronicizzazione e ricomparsa di alcune patologie.
Con ART si interviene direttamente sulla parte dolorante (senza utilizzare alcuna strumentazione) andando ad identificare la causa e cercando di individuare le ripercussioni del blocco a livello della catena cinetica in toto. Questo si attua attraverso manipolazioni, mobilizzazioni e quant'altro. In 6-8 sedute il paziente dovrebbe già aver risolto il suo problema! Ma ciò dipende molto dalla bravura del terapista ART (che deve essere ovviamente un professionista certificato ART).
Infatti la condizione principale, che fa la differenza, dipende dalle capacità di percezione del terapista ART. Egli deve proprio "sentire" e localizzare le aderenze ed il tessuto cicatriziale che è causa del problema cercando di sbloccare la zona, agendo in modo globale e preciso.
In genere durante sedute il paziente accusa dolore.
Tale dolore è dovuto alla "rottura" dell'aderenza e del tessuto cicatriziale, ma subito dopo la sensazione è di benessere (il fatto che senta dolore durante il trattamento indica la giusta individuazione del problema).
I protocolli ART vengono impiegati per problemi a carico di schiena, ginocchia, spalle,anche, gomiti ecc.. analizzando il quadro patologico in modo accurato. Il metodo ART si impiega anche in molte sindromi neurologiche (sindrome del tunnel carpale, cubitale, lombosciatalgie ecc..).
Oltre a curare i danni ART viene utilizzato anche dagli sportivi in quanto sembra migliori le prestazioni liberando alcuni impedimenti strutturali che riducono la mobilità.

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